" L’INTERNAZIONALE AZZURRA" – FEBBRAIO 1950

IL NOSTRO OTTIMISMO

Noi crediamo.

Crediamo all'Amore.

Gli crediamo con tutto il cuore e per sempre.

Dio in persona ha creato l’indefinito ambiente e gli interessati dell'amore: l'universo e l'uomo.

Dio stesso s'è preso il com­pito di predicare l'amore, di suscitare l'amore e di morire e risorgere per l'amore.

La stessa Madre di Dio non è che un'indicibile concezione e realizzazione dell'amore.

Siamo costretti a un dilemma: o Dio inganna, o non inganna; e siccome il Signore non inganna mai, dobbiamo prendere sul serio la predica­zione e realizzazione dell'amore.

Se anche non volessimo, anche ci fosse proibito, non potremmo non essere ottimisti: Dio avrà la Sua vittoria, e presto!

Per la natura stessa della cosa sentiamo che il nostro ottimismo non ha limiti, perché non li può avere: ha soltanto delle condizioni e beati quelli che sanno osservarle.

Non siamo utopisti perché seguiamo il comando del Signore e da Lui aspettiamo fiduciosamente tutto.

Se non fosse realizzabile l'amore, Dio non ce lo avrebbe comandato.

Chi scrolla le spalle e dice: «Utopie!», è un traditore di Dio e degli uomini; è un responsabile di tutte le fermate, le soste e i ristagnamenti della vita, non è degno della vita.

Se la Vergine Madre di Dio fosse stata scettica, come i nostri saputelli, i nostri addormentati e i nostri dottori, la Redenzione non sarebbe avvenuta.

Dicono che l’entusiasmiamo vuole per compagnia la pru­denza. Questa è un'altra co­sa.

Ma s'inganna chi scambia la prudenza con l’accidia e l’immobilità: la prudenza è una virtù e l'accidia è un vizio.

La prudenza sta tutta qui:

«Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi».

Bisogna saper vivere da agnelli e saper scansare i lupi; meglio ancora se, con la grazia di Dio, si cambiano i lupi in agnelli.

L'entusiasta è una persona amabilissima, è un sole che riscalda l'inverno dei deboli; gli scettici e i prudentoni vivono sempre alle spalle degli entusiasti.

È vero che l'entusiasta cade a volte nei trabocchetti ghiacciati dei furbi approfittatori; ma è anche vero che gli stessi prudenti debbono pagare il loro contributo doloroso; ché se ciò non avviene, tutta la vita è una sterilità abominevole.

L'entusiasta non cambia il colore delle cose; ma semplicemente se ne serve col fervore che l'amore domanda e merita.

Se v'è una cosa necessaria al grande ottimismo dell'entusiasta, è l'umiltà che gli fa pensare bello il suo ideale anche quando non riesce a realizzarlo: egli capisce d'essere incapace e indegno e crede fermamente che la realizzazione della sua luminosa passione verrà alla luce per le mani di creature migliori di lui, e se ne rallegra, e gode per questa divina certezza.

Coltivare l'entusiasmo, ac­cendere un sole d'ottimismo è una gran fortuna e carità per i prossimi ed è un'indicibile omaggio allo stesso Dio.

Per la nostra crociata l'entusiasmo è un fattore importante, ma ciò è in proporzione all'ottimismo che s'ha.

Intanto la Madonna non ha bisogno di anime grandi dinanzi agli uomini per compiere i Suoi disegni. Ella non sceglie mai nessuno che sia degno!

Se il lavoro porta sacrifici di vera penitenza, con la nostra Madre non è dura la penitenza.

Diamoci con sereno ottimismo al lavoro, è un onore che Dio e la Madre Sua ci fanno, intanto, il DISEGNO DELL’ALTISSIMO SARÀ TUTTO COMPIUTO, TUTTO.


Padre Bonaventura Raschi